IndyCar | Ci ha lasciati Larry Curry a 68 anni, scoprì Tony Stewart
La storia del Team Manager
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La breve storia di Curry
Curry arrivò all’Indianapolis Motor Speedway come meccanico per la squadra di Gus Hoffman nei primi anni Settanta, per poi passare alla Rattlesnake Racing trovando Scott Brayton e Dick Simon. Proprio con Brayton conquistò la pole position alla 500 Miglia di Indianapolis con il Team Menard nel 1995, mentre l’anno seguente debuttò la nuova Indy Racing League e Menard aveva in mano Brayton e Eddie Cheever, ma Curry spinse il boss John Menard a prendere un giovane Tony Stewart, campione USAC. «Non ero un fan dei rookie, ma Larry era irremovibile e dovevamo dare a questo ragazzo una possibilità. E sono contento di averlo fatto» disse ai tempi Menard. La scelta non fu che una delle migliori: nel 1996 Stewart partì in pole a Indy – dopo l’incidente mortale di Brayton nelle ultime libere, quando fu lui a essere il più veloce nelle qualifiche – ma fu costretto al ritiro per la foratura di una gomma. Nella stagione 1996-97 vinse il titolo e decise poi di passare alla NASCAR.
Gli ultimi anni
Con la fortuna che era dalla parte di Stewart, Curry invece visse un periodo davvero buio: trascorse due anni in prigione per appropriazione indebita di un milione di dollari da Menard. Per coprire i debiti, fu costretto a mettere all’asta diversi cimeli di sua proprietà. A dargli una nuova occasione fu Tony George nel 2005 nella sua Vision Racing, passando poi alla Dreyer & Reinbold per cinque anni prima di gestire l’Indianapolis Speedrome.
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